Il Tempo - Ecco le nostre mosse per far rinascere Roma

(08/3/2014) - «Bisognava lasciar fallire Roma perché il percorso di virtuosità non può prescindere dal fatto che ad un certo punto bisogna dire basta». Con queste parole, Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, ha sferrato ieri l’ennesimo attacco alla Capitale d’Italia. Secondo il governatore leghista, a prescindere dalle ragioni che hanno indotto il Governo ad approvare delle norme che consentono a Roma di poter tornare su binari virtuosi, l’Amministrazione Capitolina doveva portare i libri in tribunale, decretando il fallimento della Capitale. È questo lo scenario in cui si muove oggi l'amministrazione Marino, fra difficoltà finanziarie ereditate, frutto di stratificazioni di debiti accumulati in 50 anni dalle varie amministrazioni capitoline, e gli attacchi sferrati da più parti contro la Capitale. I senatori Gasparri e Aracri conoscono bene le idee della Lega sulla città, avendo avuto anche l'occasione di condividere con loro diverse esperienze di governo.

Ma Gasparri e Aracri sono anche profondi conoscitori della nostra città e, come hanno dimostrato in occasione della votazione sul decreto impropriamente chiamato «Salva Roma», hanno a cuore, come noi, le sue sorti. Ritengo dunque positivo e utile l'appello del vice Presidente del Senato Gasparri e del senatore Aracri a un confronto su problemi e possibili soluzioni per la città. Cominciamolo, però, da alcune necessarie premesse: Roma, come ben sanno i due esponenti del centrodestra, non ha beneficiato di alcun finanziamento aggiuntivo dallo Stato, sono arrivate solo norme che le consentono di rientrare di somme anticipate alla gestione commissariale. L'amministrazione in carica si è trovata a fare i conti con una situazione fuori controllo, con un disavanzo di 816 milioni di euro e una spesa aumentata, negli ultimi 5 anni, di 1,2 miliardi di euro (i dati non sono i nostri, ma del Ministero dell'Interno) e una serie di criticità rimaste a lungo senza soluzione. Sin dal suo insediamento, la Giunta Marino ha lavorato per far fronte alle emergenze, a partire da un bilancio di previsione in esercizio provvisorio da quasi un anno. Abbiamo presentato subito alcune delibere decisive, anche per affrontare, ad esempio, il tema delle partecipate, a partire da quella che prevede la riforma della loro governance, con la riduzione dei CdA e l'introduzione dell'amministratore unico.

Durante la precedente amministrazione è mancata una gestione virtuosa delle società, di molte di queste neanche sono stati approvati i bilanci delle ultime tre annualità. Questi sono i fatti e sui fatti non ci possono essere dubbi. Ecco, se ci deve essere un confronto fra maggioranza e opposizione, questo deve avvenire su un terreno di obiettività. Perché noi ci aspettiamo non solo un confronto, ma anche un contributo positivo. A partire proprio dalla conversione di quel decreto a lungo e da molti osteggiato. Da parte nostra, stiamo già lavorando su molti dei punti indicati dal Governo. Abbiamo avviato un piano di dismissione del patrimonio immobiliare, che servirà a reperire fondi per nuovi investimenti e liberare risorse per la rigenerazione urbana e per l'edilizia residenziale pubblica, ad esempio. E stiamo lavorando all'efficientamento delle partecipate, che non intendiamo dismettere, né vogliamo alterarne gli attuali livelli occupazionali. Sarebbe prezioso anche avviare un serio confronto sui costi reali che Roma è costretta a sostenere come Capitale, offrendo servizi di interesse nazionale. Ci aspettiamo sostegno da Gasparri e Aracri e da tutti i parlamentari romani, su questo punto cruciale per il futuro della nostra città. E ci auguriamo che, per il bene di Roma, si possa aprire una nuova fase, fatta di proposte costruttive e anche di nuove modalità nelle relazioni tra le forze politiche.

 

Articolo pubblicato su Il Tempo

 

 

Torna in alto