Dare piena applicazione a regolamentazione su settore call center. Governo affermi che logiche mercato non regolano vita lavoratori

(31/03/2015) - L’indagine conoscitiva sui rapporti di lavoro nel settore dei call center, che è stata presentata oggi a Montecitorio, speriamo rappresenti l’occasione giusta affinché il Governo dia risposte chiare a un settore troppo trascurato. Un settore che forse ha sofferto meno di altri della contrazione di posti di lavoro, ma spesso a discapito dei diritti e di un equo compenso dei lavoratori. Di recente, purtroppo, si è avviato un inarrestabile processo di delocalizzazioni che ha complicato ulteriormente le cose, provocando un vero e proprio dissesto del settore delle telecomunicazioni.

Le grandi aziende committenti troppo spesso, pur di abbattere i costi, non esitano a delocalizzare all’estero. In questo senso, credo sia arrivata l’ora di dare piena applicazione almeno a quanto previsto dal Decreto Sviluppo (art. 24-bis del DL 22 giugno 2012, n. 83) che prevede che quando un cittadino effettua una chiamata a un call center deve essere informato in via preliminare sul Paese estero in cui l’operatore è fisicamente collocato e, inoltre, deve poter scegliere che il servizio richiesto sia reso tramite un operatore collocato nel territorio nazionale. Fino ad oggi tali previsioni sono state, nella maggioranza dei casi, disattese.

E’ ora di invertire la rotta. Spero, inoltre, che il lavoro del Governo vada finalmente nella direzione di affermare che le logiche di mercato non devono essere le sole a regolare la vita professionale di migliaia di lavoratrici e lavoratori.

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