Il richiamo del Papa alle misure alternative alla detenzione e la stigmatizzazione della carcerazione preventiva sono egualmente importanti. Solo nel Lazio, il 50% del totale della popolazione reclusa è in attesa di giudizio e oltre il 20% dei detenuti in questione non ha avuto neanche la condanna di primo grado, ossia è in carcere ad attendere gli esiti di un processo, che potrebbe sentenziarne l’innocenza.
In Italia, insomma, si fa un uso eccessivo della custodia cautelare, peraltro in un contesto di grave e sistemico sovraffollamento penitenziario. Le condizioni inumane in cui vivono molti detenuti fa sì che, non a caso, i suicidi nelle carceri italiane hanno una frequenza circa 19 volte maggiore rispetto a quelli delle persone libere. Bisogna tutelare la dignità delle persone incarcerate costruendo per loro un percorso di riabilitazione effettiva, per non togliere a una persona già privata della libertà personale, anche il rispetto di se stesso e la voglia di vivere.