Fassino fa espresso riferimento a un punto del Piano Casa del Governo su cui, in più occasioni, ho avuto modo di esprimere forti perplessità, ovvero l’articolo 5 nel passaggio relativo alle disposizioni volte a impedire che chiunque occupi abusivamente un immobile possa chiedere la residenza e l'allaccio ai servizi pubblici. Come correttamente rileva il sindaco di Torino, sono i comuni che devono verificare le singole situazioni di disagio per valutare le soluzioni adeguate ad affrontarle.
Agli Enti Locali servono i mezzi, o meglio i fondi sufficienti a fronteggiare le emergenze in atto e a programmare gli investimenti a medio e lungo termine. Idee ne abbiamo e conosciamo i nostri territori molto da vicino, perciò possiamo affrontare con grande consapevolezza il problema che è troppo complesso, in particolare in alcune città, a cominciare da Roma, per essere affrontato esclusivamente a colpi di divieti.
Concordo con Fassino anche nel passaggio relativo all'utilizzo del patrimonio edilizio pubblico o di enti pubblici sfitti o disponibili per affrontare l’emergenza. Alcuni mesi fa, dopo un attento lavoro di verifica dei beni inutilizzati, sottoutilizzati o male utilizzati da Roma Capitale negli anni passati, abbiamo individuato una decina fra edifici scolastici dismessi e altre strutture da destinare a edilizia residenziale pubblica. E’ possibile sperimentare anche modelli di cohousing, ad esempio, ma servono i fondi adeguati, perché sono necessari interventi di rigenerazione urbana per mettere a disposizione di chi è in difficoltà questi immobili.