Bene visita Boldrini a Regina Coeli. Pena deve essere rieducazione, non punizione fine a se stessa

(22/07/2013) - E’ molto importante che la Presidente della Camera Laura Boldrini, con la sua visita al carcere di Regina Coeli, abbia richiamato l’attenzione mediatica su una questione profondamente lesiva delle dignità personale e dei diritti umani. Il sovraffollamento strutturale dei nostri istituti di pena e le condizioni di estrema difficoltà in cui operano gli operatori penitenziari sono questioni che vanno affrontate a livello nazionale con la massima urgenza.

Non si tratta di intervenire con provvedimenti spot di clemenza, bensì di sanare in maniera sistemica veri e propri vulnus democratici: va rivisto il sistema della custodia cautelare, vanno rilanciate le misure alternative alla detenzione, vanno stanziati fondi per le attività rieducative negli istituti di pena, innanzitutto. E’ sempre bene ricordare che a gennaio la Corte Europea ha condannato il nostro Paese per gravi violazioni dei diritti umani dei detenuti, per il trattamento inumano e degradante che ricevono. L’Italia è stato concesso un anno di tempo per rimediare, ma in questi primi 6 mesi nulla di concreto è stato fatto.

Non si tratta di questioni secondarie, bisogna capire questo. Si tratta di civiltà. La pena, è scritto nella nostra Costituzione, deve avere funzioni rieducative, affinché chi ha sbagliato possa riabilitarsi e reinserirsi nella società. Ma come pensiamo che ciò possa accadere a persone stipate per lunghi anni in 3 metri quadrati per 23 ore su 24 al giorno e senza alcuna attività trattamentale?